arte della divinazione

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domenica 13 settembre 2015

LE DOMANDE DEI TAROCCHI - L'APPESO

Bentrovati!
Questa è una domenica speciale perché segna l’inizio di un nuovo ciclo lunare!
Inoltre ci stiamo avvicinando all’equinozio di autunno e quindi al cambio di stagione;
Sicuramente molti di noi saranno alle prese con esami, figli che ricominciano la scuola e avranno già ripreso le attività lavorative, mentre c’è chi è ancora in procinto di partire per le meritate vacanze dopo un’estate d’intenso lavoro!
In ogni caso, godiamoci ancora queste bellissime giornate, riflettendo magari in spiaggia sotto l’ombrellone, durante una passeggiata nella natura e perché no, davanti a una buona tazza di quello che volete, sulle domande dei tarocchi!
La carta estratta che ci accompagnerà per la prossima settimana è l’arcano n°12 – L’Appeso



E queste sono le sue domande:

- Che cosa devo sacrificare?
- Da chi o che cosa devo allontanarmi?
- Che cosa devo darmi? Che cosa devo studiare?
- Verso cosa o chi ho rancore?
- Di che cosa o chi sono vittima?
- Che cosa sto occultando?
- Che cosa devo cessare di fare o di sopportare?

La carta dell’Appeso nei tarocchi è una sorta di monito, c’invita a fare attenzione e ci suggerisce proprio di fermarci a pensare, facendo il punto della situazione sia sulle cose che funzionano nella nostra vita, sia su quelle che invece è meglio mutare.
Si tratta dunque di provare a fare una sorta di bilancio per trovare il giusto equilibrio ed esprimere al meglio le nostre potenzialità, sacrificando e lasciando andare tutto ciò che ci blocca o ci appesantisce lungo il cammino verso la piena realizzazione di noi stessi.
Le risorse sono già tutte dentro di noi, so che sembra una frase fatta che avete sentito migliaia di volte, ma è così! Naturalmente possiamo svilupparle avvalendoci di aiuti esterni, ma in questa ricerca si parte pur sempre dalla volontà e dall’impegno personale!
Affrontare le piccole e grandi difficoltà della vita può essere sicuramente molto difficile, perlomeno a livello inconscio, in quanto a volte penso che siamo un pò troppo affezionati ai nostri problemi per risolverli o lasciarli andare, forse ci rassicurano in un certo senso, forse in fin dei conti ci danno un'identità...
A tal proposito vi consiglio il film di Federico Brugia “Tutti i rumori del mare”

e vi saluto con la meditazione che mi ha portato a pescare dal mazzo dei miei tarocchi di Marsiglia, l’Appeso

Un grande abbraccio di luce a tutti!


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venerdì 11 settembre 2015

IL TRANELLO DELLE RELIGIONI E DELLA SPIRITUALITA' NEW-AGE


- Dopo averne scritto e parlato in lungo e largo a favore, in questo post critico e dubito del pensiero positivo, della LoA e della legge del karma perché se è vero che la coerenza è un valore, ancor più valida è l’idea che “solo gli stolti non cambiano mai idea” -

Ribaltiamo come la carta dell'Appeso la visione delle cose:
(Tarocchi Rider-Waite)

spesso si legge e si dice di essere grati alla vita e di mostrare il nostro apprezzamento per il fatto di essere vivi.. Cose assolutamente encomiabili e sacrosante che personalmente predico e pratico spesso per il semplice motivo che recano beneficio a sé e agli altri intorno!
Che ne dite però stavolta di pensare che è la Vita stessa che ci è grata perché esistiamo? E indipendentemente dal contributo personale e collettivo che possiamo dare con i pensieri e con le azioni per rendere questo mondo un posto migliore!

L'Universo è puro amore incondizionato!

Non è vero che “chi semina vento raccoglie tempesta”, ovvero che  se ci comportiamo male, saremo ripagati sempre con la stessa moneta, si tratta di un’idea sostenuta in pompa magna dalle religioni, dalla legge d'attrazione/risonanza e da quella del karma! Queste ingenerano soltanto paura e senso di colpa, scaricando completamente sulle persone l’ingrato peso circa la responsabilità di come vanno le cose, ad esempio "magari in una vita passata ne hai combinata una grossa e a questo giro ti tocca subirne di ogni e rimediare ai tuoi errori per evolvere", oppure un altro discorso distruttivo e assolutamente pericoloso è: "se ti sei trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato/se hai fatto un incidente/ se hai una malattia è solo colpa tua, dei tuoi pensieri negativi e delle tue azioni scorrette!", salvo poi invocare e rassegnarsi ovviamente all’imperscrutabile volontà divina se le vittime sono bambini o persone "pure" ed innocenti; qui dato che fa comodo alla mente interpretativa, passiamo tranquillamente dall'essere creatori onnipotenti del nostro destino, all'essere succubi di un oscuro disegno più grande.

Se poi qualcuno ancora si lamenta perché a una persona "cattiva" le cose vanno addirittura alla grande in barba alle più elementari leggi universali di cui tanto si va parlando e che prescrivono di vivere e agire con amore, si risponde semplicemente che ciò accade perchè i suoi desideri sono perfettamente in linea con la sua essenza!E allora?! Quante contraddizioni e quanta confusione! E’ senza dubbio assai evidente che l’idea di amore e di bene sono talmente soggettive che a poco o nulla serve tirare in ballo le citate leggi! Alla luce dell’esempio di prima, perfino ammazzare “un cristiano” può essere considerato “bene” dal mafioso di turno che tutela i suoi interessi e quelli della sua famiglia, la coscienza gli dice così e dato che coincide con il suo inconscio, per la legge d’attrazione a sto punto potrebbe benissimo avere una vita ricca e appagante! Non resta quindi che appellarsi al karma o a Dio per sperare magari in un castigo o in un ravvedimento, giusto?!
Una persona di buon cuore invece ha “sfiga” perché pur rispettando in toto le leggi morali e quelle universali che prevedono il rispetto per ogni forma di vita, tuttavia capita che non crede abbastanza e completamente nei suoi desideri o ha un karma negativo, tutte scuse belle e buone per fornire una giustificazione quando non si sa proprio che pesci pigliare, vero?!

Comunque, al di là di queste situazioni, è assodato che da sempre il sole splende per i buoni come per i malvagi, i fiori ci sono per tutti, l'aria c'è per tutti, la Madre Terra quindi è completamente estranea ai limitanti concetti umani di premio e punizione, di bene e male e si offre senza riserve e senza condizioni a chiunque sappia cogliere la sua magnificenza e goderne appieno!


In conclusione, quello che forse conta più di ogni altra cosa non è il fatto di essere o meno brave persone e nemmeno di pensare positivo, ma il vero privilegio invece è proprio la capacità di essere fedeli a noi stessi e di seguire la nostra autentica natura; in altri termini, riconoscere e accettare come siamo fa tutta la differenza, mentre come afferma lo psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli, l’illusione peggiore in cui possiamo cadere è quella di "lavorare su di sé" per migliorare e costruire il banale ed inutile personaggio artificiale che abbiamo in mente! Così ci ammaliamo davvero e soffriamo oltre ogni misura.


                                                    (il pensiero positivo è una finzione)



Che ne pensate!?


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